Canto in modo "tranquillo" quando sento le cuffiette lontane dalle mie orecchie.
E prima di rendermi conto di chi sia stato, sento la voce di Cristian
NARRATO - PARLATO - PENSATObussai alla sua porta ma niente non rispondeva e aprì di scatto la porta e la vidi e mi avvicinai a lei strappandole le cuffiette dalle orecchie cosa ti avevo detto ? con lo sterio nelle orecchie come diavolo volevi sentire amira me lo spieghi. selena mi hai deluso e non sai quanto ora sistema la tua camera e mettiti a studiare per favore. non ho il tempo di ribattere, che lui esce, sbattendo la porta della camera.
Immediatamente i miei occhi si fanno lucidi. Prendo il cuscino, e lo lancio addosso alla porta. È estremamente umiliante piangere." Mi hai deluso." La voce di mio fratello eccheggia nella mente. Tiro su con il naso, prima di tirare lo stupido libro di matematica.
Dopo dieci minuti ancora non ho concluso nulla; non riesco a concentrarmi.
è colpa tua selena! mi rimprovero da sola. La verità è che la mia vita fa schifo.. niente amici, i soliti idioti che mi prendo di mira a scuola... è tutto un casino del piffero. Non ci riesco a parlare con Cristian, la verità che ho paura, paura di tutto.
Non riesco ad essere come una volta, come vorrei, me stessa. Il ciuffo color caramello, mi casca davanti; me lo rimetto dietro l'orecchio con rabbia. Con uno scatto poi, mi alzo dalla sedia girevole e mi avvicino alla porta, poi ritorno nuovamente indietro, per poi riavvicinarmi nervosa alla porta. Quasi decisa, la spalanco ed esco, richiedendola dietro alle mie spalle.
Con passo tremolante e decisamente nervosa, e per di più, gli occhi sono ritornati ad essere lucidi.
Entrai lentamente in cucina, mentre mi torturo nervosamente le mani.
È estremamente difficile chiedere scusa, sapendo che sei colpevole e hai torto. Ecco ci risiamo.. in queste occasioni vorrei essere anche io una bambina.
Cris.. lo chiamo con voce tremolante e appena udibile. Tiro ancora su con il naso, sto decisamente per crollare, me lo sento.
scusami Cris.. lascio la frase a metà, prima di
come un idiota correre nuovamente in camera mia e buttarmi sul letto, mentre le lacrime inondano le mie guance accaldate.
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